Le castagne
Il riccio, che si apre a maturazione raggiunta, protegge il frutto dalle aggressioni degli insetti ed evita che i residui dei trattamenti chimici penetrino all'interno.
La stagione delle castagne va da ottobre a dicembre.
Piccole, dalla forma a goccia e leggermente schiacciate, a seconda della posizione assunta all’interno del riccio, hanno polpa dolciastra.
Dentro al riccio spinoso generalmente si trovano tre castagne (come si diceva una volta, una al padrone, una al contadino e una ai poveri). Se sono di più, ne va della qualità del frutto.
I castagni si trovano prevalentemente in territori collinari o montuosi non troppo elevati, dove sono autoctoni.
In tempi passati, anche non molto lontani, le castagne, molto nutrienti, hanno costituito una risorsa alimentare quasi insostituibile per le classi meno agiate. Il castagno veniva infatti chiamato “albero del pane”.
Di castagne ne esistono diverse varietà e molte di queste, coltivate in Italia, hanno ottenuto la certificazione IGP.
Qui il link per scoprire tutte le varietà di castagne italiane
https://www.cookist.it/tutte-le-varieta-di-castagne-e-marroni-da-assaggiare-inautunno/
Questo frutto, ricco di vitamine oltre che di glucidi, contiene pochi grassi. È un ottimo energetico per i carboidrati che fornisce: mangiare castagne è un po’ come mangiare cereali o patate.
100 g di castagne fresche sbucciate (se sono grosse circa 7/8 pezzi), apportano circa le calorie di un piccolo piatto di riso in bianco.
La porzione media, se in sostituzione al primo piatto, è di circa 150 g di castagne sgusciate.
Le castagne si consumano soprattutto arrostite (caldarrosta), lesse (ballotta) o candite.
Dalle castagne si ricava anche l'omonima farina, ingrediente base di polenta (piatto molto antico originario della gastronomia toscana) e di molti dolci tra cui il noto castagnaccio.
Quando si acquistano, le castagne devono presentare la buccia integra e lucida, senza spaccature, il loro guscio non deve cedere se premuto con le dita. Per essere sicuri che le castagne prese siano sane e commestibili, basta immergerle in acqua: quelle che torneranno a galla saranno sicuramente vuote o bacate.
Marroni
La castagna è il frutto della pianta spontanea, ma quando l'uomo ha deciso di passare alla coltivazione scientifica, i castagni hanno subito un vero e proprio restyling, tra potature e innesti. È così che sono nate cultivar di ottima qualità e da queste i marroni.
Visivamente, castagne e marroni si distinguono per forma e colore. Le castagne, avendo dovuto contendersi lo spazio all'interno del riccio, risultano più piccole e schiacciate. I marroni, invece, avendo avuto più spazio a disposizione, sono leggermente più grandi e presentano una forma più tondeggiante.
I marroni, dolci e croccanti, trovano la loro strada soprattutto nelle pasticcerie, dove vengono trasformati in squisiti marron glacés, o nelle cucine gourmet, dove sono usati per creare piatti originali. Li si pu trovare facilmente anche sui banchi dei fruttivendoli, ad un prezzo assolutamente maggiore rispetto a quello delle castagne.
Differenza tra castagna e marrone
Castagna matta
La somiglianza tra le castagne comuni e quelle matte (castagne d’India o castagne amare) che sono i frutti dell’Ippocastano, è davvero notevole ed è spesso causa di confusione.
Entrambe maturano all'inizio dell'autunno e sono protette da un riccio, ma la castagna matta ha un sapore amaro ed è tossica per l’uomo.
Esistono per differenze significative che aiutano a distinguerle.
- Le castagne commestibili si trovano di solito nei boschi, ad un'altitudine che pu variare dai 300 ai 1200 metri.
- Le castagne matte si trovano spesso in città, nei parchi, nei viali.
- Il riccio della castagna comune ha tante spine lunghe e pungenti e pu contenere più frutti.
- Il riccio della castagna matta è una grossa capsula verde, tonda, piena di aculei con punte distanziate e corte, contenente solitamente un solo frutto, tondo e grande.
- Le foglie del castagno e le foglie dell'ippocastano sono completamente diverse.
Si dice che il frutto dell’ippocastano abbia proprietà miracolose. Le nonne consigliavano di tenere sempre una castagna matta in tasca o nella borsa in modo da allontanare i malanni autunnali, come il raffreddore e la tosse. Questa credenza affonda le sue radici in una realtà lontana: sembra che in passato le castagne matte venissero utilizzate dai Turchi per curare i cavalli affetti da bolsaggine e da questo uso origina anche il nome di ippocastano, cioè castagna dei cavalli.
Certamente sono molte le proprietà terapeutiche associate a questa pianta, che infatti viene utilizzata soprattutto in fitoterapia per curare numerosi problemi fisici. Per l’uomo la castagna matta è tossica e, se ingerita in dosi limitate, provoca sintomi quali disturbi digestivi, dolori addominali, nausea, vomito o irritazione della gola. Se l’ingestione è cospicua, si ha un vero e proprio avvelenamento che pu causare sintomi che vanno da disturbi gastrointestinali a gravi danni intestinali e renali.
Anche per i cani c’è lo stesso pericolo.
Commenti
Posta un commento