Carrube


ll Carrubo è un albero spontaneo sempreverde che ha origini in Arabia ed è diffuso nel bacino meridionale del Mediterraneo, nell'Italia meridionale, specie in Sicilia e Sardegna. Il tronco dei carrubi, al pari di quello degli ulivi secolari, assume delle conformazioni sensazionali che lo rendono una vera e propria “scultura naturale”.

Il carrubo è una forza della natura: supera le avversità, sopravvive 500 anni e più e resiste a lunghi periodi di siccità. Dopo sei o sette anni, un carrubo è in grado di produrre baccelli (le carrube) che vengono raccolti durante i mesi autunnali.
Le carrube sono a tutti gli effetti dei legumi: i frutti del carrubo sono quindi organizzati in baccelli, lunghi circa 15 cm, ricurvi (la forma ricorda quella di un piccolo corno) dall’odore caratteristico e contenenti semi durissimi, rotondi e appiattiti, chiamati, dal loro nome arabo (qīrāṭ o “karat"), carati. Siccome i semi erano ritenuti particolarmente uniformi come dimensione e peso (cosa che oggi sappiamo non essere vera), venivano utilizzati dalle civiltà antiche per pesare l’oro e le pietre preziose. Da qui è derivato il nome dell'unità di misura (carato) in uso ancor oggi.

La polpa cruda delle carrube ha un sapore dolciastro simile al cacao con note di miele e caramello. Anticamente in Sicilia era per questo considerata il “cioccolato dei poveri”. In passato il frutto costituiva uno dei pochi cibi disponibili per sfamare le popolazioni più povere e gli animali.

Secondo la leggenda, le gustose e nutrienti carrube sfamarono Giovanni Battista nel deserto: perci sono dette «pane di San Giovanni».
Usate a scopo terapeutico nel Medioevo, nel Rinascimento le carrube erano molto apprezzate in cucina, tanto da essere usate nelle salse salate, poi per lungo tempo sono state abbandonate. Oggi ne sono state riscoperte le qualità, che le rendono un alimento versatile.
Le carrube vengono utilizzate sia nell'alimentazione umana che animale, ma soprattutto nell'industria alimentare come additivo. Dal seme si ricava una “gomma” utilizzata come addensante, stabilizzante e agente emulsionante per gelati, caramelle, carni in scatola, prodotti surgelati e semilavorati di frutta, indicata con la sigla E410. Questo ingrediente ha la capacità di assorbire acqua fino a 50 volte il suo peso.

Dalla polpa si ottiene una farina tramite essiccazione, torrefazione e macinazione, adoperata come sostituto del cioccolato in prodotti da forno e bevande. La farina di carruba tostata è denominata “Carcao”.

Dalla macerazione e pressatura della carruba si ottiene un estratto denso, dolce e dal colore bruno (lo sciroppo), impiegato come dolcificante e topping per carne, verdure e formaggi. Dalla lavorazione della farina con le nocciole si ottiene un’ottima crema spalmabile. La carruba, priva di di glutine e anche di caffeina, viene considerata proprio un’alternativa al classico cacao: è perfetta per preparare dolci e pietanze di vario genere.

Per chi volesse sperimentare l’uso della carruba in cucina, nel sito https://cookpad.com/it/cerca/carruba si possono trovare numerose ricette.

Proprietà e benefici del carrubo

Il suo utilizzo per i provati benefici per la salute risale a 4.000 anni fa, nell'antica Grecia. Oggi è considerata un superfood per le sue proprietà dietetiche. I frutti del carrubo sono un alimento che contiene moltissimi minerali (potassio, calcio, fosforo, magnesio, zinco, selenio e ferro) e svolgono funzione antiossidante, gastroprotettiva. Sono astringenti, utili in caso di diarrea di lieve entità.

La polpa della carruba è praticamente priva di grassi ma ricca di fibre, dunque saziante e per questo è utilizzata nelle diete ipocaloriche. È ricca di carboidrati, povera di proteine e grassi, ricca di fibre e zuccheri: 100 g apportano circa 220 calorie.

Sapone antinfiammatorio e ammorbidente alla carruba

Grattugiate 150 g di sapone di Marsiglia puro e versate il tutto in una ciotola resistente al calore. Unite mezza tazza di acqua, mettete il recipiente su una pentola con acqua a leggero bollore e fate sciogliere le scaglie a bagnomaria, coperte, per circa un quarto d’ora. Ogni tanto rimestate.

Intanto macinate finemente 100 g di mandorle sgusciate aiutandovi con 2 cucchiai di farina di polpa di carruba. Quando vedrete che il sapone è cremoso unite questi ingredienti insieme a 3-4 cucchiai di olio di oliva. Rimestate bene e trasferite in uno stampo spolverizzato di borotalco. Attendente almeno sei giorni prima di sformare il sapone.

Tratto da La tua farmacia naturale (Terra Nuova Edizioni), di Sylvie Hampikian

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