Sport invernali sostenibili

Ciaspole

Inverno, tempo di sport sulla neve, sport che sono attività fisica ma anche divertimento. La neve ha la sua magia, ma può essere vissuta in modi assai diversi se a monte facciamo una scelta di sostenibilità.

Il turismo alpino invernale infatti ha i suoi costi e il prezzo più caro lo paghiamo in termini ambientali per via del consumo di suolo, di acqua, di energia, che pu  rendere le nostre vacanze invernali del tutto insostenibili. Possiamo far finta di niente?

La sostenibilità riguarda il trasporto, il luogo dove pernottare e/o la tipologia della sistemazione e, guardando all’attività sportiva vera e propria, la scelta della disciplina che si intende praticare.

Gli aspetti più critici delle vacanze invernali ruotano attorno all'attività sciistica: l'impatto di questa attività sull'ambiente montano è da molti anni sotto osservazione. C'è da considerare anzitutto un impatto sul paesaggio dovuto alle piste, agli impianti di risalita e alle opere necessarie per l'innevamento, qualora non vi sia neve naturale.

Prima di tutto c’è un enorme consumo di risorse. È stato stimato, per esempio, che per i 25.000 ettari di piste innevabili delle Alpi occorrono ogni anno circa 100 milioni di metri cubi d’acqua per produrre neve artificiale, pari al consumo annuo di una città di oltre un milione e mezzo di abitanti. Tutta quest’acqua deve essere accumulata in estate negli invasi artificiali, che provocano lo stravolgimento idrogeologico ed ecologico dei corsi d’acqua.

Il consumo elettrico per sopperire alla mancanza di innevamento naturale ammonta a 600 GWh, pari al consumo annuo di circa 520 mila persone.

Ma il danno della neve artificiale riguarda anche la riduzione e la frammentazione della biodiversità, con gravi conseguenze sulla sopravvivenza della fauna ad alta quota. La neve sparata con i cannoni è infatti più pesante di quella naturale, riduce la capacità di isolamento del suolo, favorisce il congelamento del manto erboso.

Come se non bastasse, l’innevamento artificiale incrementa l’erosione del suolo, non solo perché aumenta il ruscellamento primaverile, ma anche per l’introduzione di additivi inquinanti.

Oltre alle immancabili piste da sci, l’espansione del turismo di massa ha prodotto tutta una serie di infrastrutture che hanno occupato l’ambiente naturale: impianti di risalita, insediamenti abitativi, villaggi, alberghi e infrastrutture stradali per raggiungere le mete d’alta quota. In alcuni casi, la montagna è diventata un ennesimo scenario di fenomeni già visti giù nelle valli e in pianura, fatto di cementificazioni e speculazioni.

Tutto questo avviene in contesti in cui l’equilibrio ambientale è quanto mai delicato. In montagna, infatti, cementificare il territorio significa non solo una detrazione di aree naturali, ma anche l’incremento del rischio idrogeologico, con fenomeni di piene, frane, valanghe, inquinamento delle acque e dell’aria, maggiore produzione di rifiuti, aumento dei consumi energetici.

Problemi che d’inverno sono accentuati anche dall’assedio di automobili e dalla presenza di un gran numero di turisti concentrata in pochi giorni: la pressione turistica di massa pu  essere incompatibile col mantenimento della qualità ambientale, determinando di fatto un degrado paesaggistico.

Ed è proprio per questo motivo che alcune delle strutture sciistiche più attente alle problematiche ambientali hanno deciso di rivedere i propri consumi di energia adottando diverse strategie mirate in tal senso, promuovendo tra l’altro servizi di car sharing dal fondovalle e garantendo navette che conducono alle piste (ci avviene in particolare in Trentino Alto Adige, ma anche in Svizzera).

Cè un’alternativa sostenibile per godere di neve e paesaggio montano senza pesare troppo sull’ambiente?

Si potrebbe prendere in seria considerazione lo sci di fondo, detto anche sci nordico, che offre notevoli vantaggi, a cominciare proprio da quelli ecologici. Purtroppo nel nostro paese, secondo un’indagine del WWF, lo sci nordico è praticato solo dal 12% degli sciatori, contro un 77% che preferisce di gran lunga lo sci da discesa. Lo sci di fondo è certo meno adrenalinico dello sci da discesa, ma più affascinante, permette di esplorare lunghissimi tratti di montagna incontaminati e soprattutto non necessita di impianti di risalita. Fattore da non trascurare: lo sci di fondo è tra gli sport invernali più completi a livello fisico.

Altra attività di svago a impatto ambientale ridotto è l’escursionismo con ciaspole o racchette da neve. È un’alternativa decisamente suggestiva: metterle ai piedi e passeggiare sul manto innevato dà la sensazione di camminare sulla luna. Grazie alle racchette da neve è possibile fare lunghe passeggiate, scoprire angoli isolati della montagna, lontani dal caos tipico delle piste, senza per questo consumare altra energia che quella del proprio corpo. Esattamente come lo sci di fondo, le ciaspolate sono un ottimo metodo di allenamento, un vero toccasana per il nostro corpo e per la nostra mente. Infatti, una volta calzate le ciaspole, si bruciano più calorie rispetto a quanto se ne bruciano durante una normale escursione, poiché l’impegno fisico è maggiore, a fronte di un divertimento e fascino decisamente diverso e nuovo. Ciaspolando, poi, si mettono in moto praticamente tutti i muscoli del corpo: dai quadricipiti ai glutei, dai dorsali ai tricipiti, lo sforzo ci pervade completamente in un’attività completa e molto stimolante.

Queste attività richiedono infrastrutture minime o nulle: tuttalpiù bastano i sentieri e le carrarecce esistenti, con l’eventuale aggiunta di modesti manufatti quali ponticelli e staccionate. Ovviamente anche queste attività necessitano di dotazioni per l’ospitalità, per i servizi e la logistica, per  comportano un minor afflusso a parità di territorio, localizzazioni più facili e meno impegnative da organizzare, e in generale interessano utenti che non richiedono servizi di lusso e attrezzature sofisticate.

Nell’ottica di avere un’impronta ecologica contenuta, forse vale la pena considerare quanto sopra e, anche fosse per noi irrinunciabile una bella discesa con gli sci ai piedi, importante è almeno essere consapevoli di quali problematiche essa comporta.

Molte informazioni e dati sull’impatto ambientale che interessa la montagna si possono reperire sul sito della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi https://www.cipra.org/it

Articoli liberamente tratti dal mensile TerraNuova varie annate e siti internet dedicati.

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